A pochi giorni dall’apertura della Festa della Cultura Contadina che si terrà a Ruviano dal 18 al 20 agosto 2023 è stata svelata la proposta eno-gastronomica che le aziende agricole e zootecniche locali hanno messo a punto per permettere a chi parteciperà alla tre giorni di deliziare il palato con pietanze create dalle materie prime a km 0 che le stesse producono in maniera eco-compatibile nel territorio ruvianese.
Ma partiamo dalle aziende coinvolte.
Lorenzo Di Meo, un giovanissimo allevatore aviario ruvianese, produce uova biologiche da galline allevate all’aperto e nutrite con alimenti prodotti dalla sua azienda a km 0. Nel suo stand **così come in tutti gli altri **sarà possibile degustare il PANIERE DEL BORGO che è un tagliere composto da caciocavallo, frittatina, salsiccia dolce alto casertano, olive in salamoia, cipolla caramellata e pane del contadino, tutti prodotti dalle aziende partecipanti all’offerta eno-gastronomica. Sarà inoltre possibile degustare un ottimo pancake al mielequest’ultimo prodotto dall’azienda agricola Morelli sempre di Ruviano col marchio Miele Gocce d’Oro.
L’Agriturismo le TRE PIGNE delle sorelle Anna, Benedetta e Rosa Izzo propone in particolare delle pizze fritte (montanara) con impasto di farina da grano “Autonomia” biologico coltivato in territorio ruvianese e macinato nel locale mini mulino della Locanda Domus Mea. Sarà possibile degustare oltre al PANIERE DEL BORGO il loro “Caciocavallo l’impiccato” prodotto e stagionato con tecniche antiche e caserecce.
Gianluigi Coppola nella sua azienda agricola si occupa di colture antiche locali come la cipolla alifana, ormai ricercatissima, e legumi quali ceci e fagioli locali, il tutto col metodo biologico, con passione e ottimi risultati. Nel suo stand sarà possibile degustare oltre al PANIERE DEL BORGO la “Zuppa del contadino” con fagioli, ceci e crostini di pane casareccio. Sapori perduti di un tempo che qui riprendono vita e deliziano il palato.
L’azienda agricola ruvianese SECULARIS è ormai nota per la produzione del pomodoro riccio che ha ottenuto il marchio comunale **DE.CO.**di origine, la ci passata è utilizzata in importanti pizzerie e ristoranti italiani. La coltivazione del pomodoro riccio di Ruviano è stata anche oggetto di domanda di inserimento nel catalogo dei “beni della cultura immateriale campana” prodotta dal Comune di Ruviano e in attesa di determinazioni da parte della Regione perché è stato dimostrato storicamente che la “pummadora ricciuta” è stata da sempre e ininterrottamente coltivata a Ruviano. Gli antichi semi sono stati ritrovati e rimessi a coltura dall’agronomo Vincenzo Coppola nell’azienda di famiglia, Secularis, appunto. Nello stand sarà possibile degustare, oltre al PANIERE DEL BORGO, proprio la Fresella con pomodoro riccio coltivato biologicamente in azienda.
La PEROL CARNI è nota in Campania e non solo ormai dal 2011 quando Alberto Rossetti e Massimiliano Peretti, veterinari, hanno cominciato ad incrociare a Ruviano le razze bovine e razze suine con il supporto di allevatori locali e grazie a un protocollo d’intesa con il dipartimento di Veterinaria dell’Università Federico II, per il miglioramento genetico e di selezione animale con l’obiettivo sia della sostenibilità ambientale ed il benessere degli animali che della conservazione delle razze autoctone. Il processo produttivo dalla produzione del foraggio no ogm, all’allevamento, alla macellazione e trasformazione delle carni avviene in territorio campano e le ultime fasi a Ruviano nel “Centro sperimentale per la lavorazione e la trasformazione delle carni e miglioramento genetico”. Nello stand PEROL sarà possibile degustare, oltre al PANIERE DEL BORGO, il Panino con hamburger Bolaca e il Panino con maiale porchettato con contorni a scelta quali pomodoro riccio, cipolla caramellata, caciocavallo prodotti dalle altre aziende partecipanti agli stand eno-gastronomici.
Per quanto riguarda l’enologia ci pensa la CANTINA DI MATTEO dei cugini Luigi Benito e Dario Di Matteo che hanno messo in pratica un’idea che stava particolarmente a cuore ad Alessandro Di Matteo, padre di Luigi Benito, defunto prematuramente, il quale voleva lanciare a livello commerciale il prodotto delle vigne in precedenza lavorate dai genitori. I due giovani hanno coronato questo sogno perché il pallagrello, antico vitigno diffuso a Ruviano, sia bianco che rosso, prodotto dalla loro azienda è ormai una eccellenza del territorio. Nel loro stand sarà possibile degustare, oltre al PANIERE DEL BORGO, entrambi i vini sia in bottiglia che in bicchieri.
Sulla proposta eno-gastronomica abbiamo chiesto il parere alla Dottoressa Michelina Petrazzuoli, Biologa Nutrizionista che si è espressa così.
“Quando parliamo di Dieta Mediterranea (patrimonio immateriale DELL’UMANITÀ, decretata dall’UNESCO il 10 novembre 2016), per capire cosa sia dovremmo pensare a ciò che mangiavano i nostri nonni e i nostri bisnonni. Dovremmo fare un viaggio nel tempo a circa 100-150 anni fa. Scopriremmo che mangiavano esclusivamente prodotti a km0, spesso autoprodotti, e preparati secondo tradizione. Ci renderemmo conto che i “prodotti tipici” erano oltre che la base economica, la base della loro alimentazione. In ogni posto la Dieta Mediterranea si diversificava per qualche prodotto o per qualche pietanza, per questo mi piace dire che la Dieta Mediterranea va “geolocalizzata” a seconda del posto, delle materie prime e delle usanze. Quello in cui i nostri avi erano bravi era saper contestualizzare, in modo empirico, i prodotti da mettere a tavola, facendo in modo da presentare sulla mensa una buona quota di Carboidrati, Grassi e Proteine arricchendo il tutto con Fibre e Vitamine. Noi oggi, forti delle evidenze scientifiche dovremmo continuare a seguire la strada da loro tracciata perché, qualsiasi alimento, se ben contestualizzato al nostro modo di vivere e al nostro territorio ci permette di avere una mente sana, in un corpo sano, in un ambiente sano.”
Abbiamo anche chiesto un parere al Dott. Riccardo Lagorio giornalista specializzato in eno-gastronomia che così ha commentato.
Se vogliamo salvare quello che rimane del mondo agricolo italiano, c’è la necessità di mettere su un piano privilegiato le materie prime rispetto alla loro trasformazione. Negli primi due decenni del XXI secolo è stato dato grande risalto alla loro trasformazione nelle mani dei cuochi. Ma si è contestualmente perduto l’interesse all’origine della materia prima.
Ci siamo così trovati a dover commentare il risultato, per dire, della torta al limone senza dire nulla sull’origine del limone: argentino, siciliano o campano. Il salvataggio dell’agricoltura e del paesaggio passa attraverso la presa di coscienza che la diversità e la originalità stanno prima di tutto nella materia prima, poi nelle mani di chi la utilizza.
Al Presidente della ProLoco Raiano Pasquale Di Meo, organizzatore della manifestazione, quest’anno in partership con il Comune di Ruviano, abbiamo chiesto il perché di questa coraggiosa scelta del proporre piatti tipici della tradizione locale e comunque confezionati con prodotti coltivati o di provenienza del territorio ruvianese andando contro corrente rispetto all’offerta che comunemente si trova nelle sagre e feste anche dei dintorni che privilegia il fast food globalizzato a basso costo e di provenienza da filiera non comunicata al cliente.
“Grazie al prodotto del pomodoro riccio de.co , e visto lo statuto della pro loco che a un certo punto recita Promozione del territorio, ho intuito che era arrivato il momento di puntare sulla buona tavola dei nostri nonni che creavano autonomia con i prodotti della terra autoprodotti” ha risposto il Presidente aggiungendo “dimenticavo di dire che la pro loco ha iniziato il suo percorso chiamando l’evento Festa e non Sagra”.
I loro pareri sono fondamentali per capire che la Festa della Cultura Contadina è un evento unico nel suo genere volto a rilanciare i saperi e sapori della nostra tradizione locale che dobbiamo sempre tener presenti non per rievocare un passato che ormai non c’è più ma per trarne il meglio e proiettarlo nel terzo millennio dove la globalizzazione minaccia seriamente la bio diversità e soprattutto per attuare uno sviluppo eco compatibile ed eco sostenibile rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e della cultura di ciascun popolo, segni distintivi che vanno scomparendo creando un appiattimento verso il basso della nostra vita.
Ci vuole tanto coraggio per andare contro corrente e contro la gente ma riteniamo che l’impresa sia urgente e necessaria e che Manifestazioni come questa vadano nella direzione giusta perché la corrente con volontà, tenacia e un pizzico di orgoglio si può anche risalire.